Dio non esiste..

Inizio qui un dibattito portato avanti su Macché Forum dato che, questa sezione è la più scarsa..

Dobbiamo proprio a questo costrutto mentale del supereroe che può darci quello che non ci è concesso avere, che può fornirci risposte che non abbiamo, che può propinarci un inizio in una vita che è un cerchio, la concezione di dio.

Se ci fermiamo un attimo a pensare, mettendo da parte la fede e i ragionamenti automatici che tanto critichiamo nei tdg ma che tutti noi abbiamo in tante cose, potremmo arrivare al dunque.
Se smettiamo per un attimo di vedere il mondo dal nostro punto di vista e pensassimo a ttute le tribù esistite ed esistenti, ai loro concetti totemici, alle loro concezioni di spiriti protettivi, alla cultura egizia, dove ogni elemento terreno era un dio, alla cultra greca dove ogni dio sembrava più uomo che un dio, se pensassimo alla relazione FEDE->TEMPO in cui più si torna nel passato più dei ci sono, più concezioni errate, più credenze sbagliate, capiremmo che il nostro non è un futuro da perdenti solo perché ci avviciniamo alla verità che dio ce lo siamo costruiti da soli ma un futuro vittorioso perché finalmente giungiamo in un epoca priva di superstizioni, di verità artefatte.
Certo so che l'illusione di dio, di babbo natale, del paradiso ci aiutano a vivere meglio (e questa è una prova del fatto che ce lo siamo inventati noi) ma in questo modo non cresceremo mai! Non ci prenderemo mai le nostre responsabilità, non guarderemo mai in faccia la realtà. Siamo come tutte le altre specie sulla terra.
Il concetto di superiorità ce lo siamo imposti da soli. Ci siamo inventati (dato che è nella nostra natura arrogante)la concezione d'essere migliori, d'essere gli unici a possedere il diritto al paradiso, d'essere oggetto di cure da un dio che invece, ignaro dei diritti delle altre sue creature molto più perfette di noi, lascia morire le altre specie. Ci siamo creati un codice pieno di leggi. Ci siamo inventati un'etica divina. Prendiamoci i nostri meriti e le nostre responsabilità. E' il vivere sociale che crea una morale.

Mi rendo conto d'aver divagato un po' troppo. Non me ne abbiano i credenti. Questo è il mio punto di vista.

Sì mi ricordo le 300 discussioni e pensieri che ci siamo fatti sopra una marea di volte. La cosa più interessante che ho trovato è quel filo comune che lega tutti al mondo e che ci permette di vedere che, una volte come asino, una volta come tartaruga, una volta come il sole, zeus, ra,Gesù, c'è sempre l'invenzione di qualcosa. Solo che abbiamo sempre fatto questo ragionamento: Siccome c'è sempre qualcosa nei nostri pensieri allora Dio c'è. E se invece fosse al contrario?

Aquarivs ha scritto:

Certo so che l'illusione di dio, di babbo natale, del paradiso ci aiutano a vivere meglio (e questa è una prova del fatto che ce lo siamo inventati noi) ma in questo modo non cresceremo mai! Non ci prenderemo mai le nostre responsabilità, non guarderemo mai in faccia la realtà. Siamo come tutte le altre specie sulla terra.
Il concetto di superiorità ce lo siamo imposti da soli. Ci siamo inventati (dato che è nella nostra natura arrogante)la concezione d'essere migliori, d'essere gli unici a possedere il diritto al paradiso, d'essere oggetto di cure da un dio che invece, ignaro dei diritti delle altre sue creature molto più perfette di noi, lascia morire le altre specie. Ci siamo creati un codice pieno di leggi. Ci siamo inventati un'etica divina. Prendiamoci i nostri meriti e le nostre responsabilità. E' il vivere sociale che crea una morale.

Mi rendo conto d'aver divagato un po' troppo. Non me ne abbiano i credenti. Questo è il mio punto di vista.

Sono nata e cresciuta nella Chiesa Cattolica, ma non ho avuto nessun rimpianto nell'abbandonare la fede in Dio, forse perchè...non ce l'ho mai avuta.

Non mi è di nessun conforto l'idea di un dio che ci osserva, non ho mai accettato quella che ci ama. Non riesco a vedere nessun disegno divino in questo mondo dove prevale la legge del più forte, è la natura, anche se ci sembra ingiusto.

Non riesco a capire perchè a un certo punto della vita le persone si liberano della credenza in babbo natale e non riescono a liberarsi della fede in dio. Probabilmente perchè quest'ultima gli fa comodo.

Citazione :

Non riesco a capire perchè a un certo punto della vita le persone si liberano della credenza in babbo natale e non riescono a liberarsi della fede in dio. Probabilmente perchè quest'ultima gli fa comodo.

Esatto. E aggiungerei, perché il babbo non viene imposto. Dio sì.

È vero! Perché dio si e il babbo no?

Molto razionale la dissertazione di Acquarius, osservazioni sensate, riflessioni che non lasciano dubbi sui dubbi.

Si parla di invenzioni di dio e di dei, di totem e di babbi natali.

Qualcuno dunque riconosce che il linguaggio (la nostra struttura pensante) produce ogni cosa, anche un dio a cui prostrarsi ed adorare, la morale, l'etica.
Esemplare ed esplicativo un racconto biblico sui cedri, altri alberi e sull'artigiano:

Isaia 44:

14 Si tagliano dei cedri,
si prendono degli elci, delle querce,
si fa la scelta fra gli alberi della foresta,
si piantano dei pini
che la pioggia fa crescere.
15 Poi tutto questo serve all'uomo per fare fuoco,
ed egli ne prende per riscaldarsi,
ne accende anche il forno per cuocere il pane;
e ne fa pure un dio e lo adora,
ne scolpisce un'immagine, davanti alla quale si inginocchia.
16 Ne brucia la metà nel fuoco,
con l'altra metà prepara la carne,
la fa arrostire, e si sazia.
Poi si scalda e dice: «Ah!
mi riscaldo, godo a veder questa fiamma!»
17 Con l'avanzo si fa un dio, il suo idolo,
gli si prostra davanti, lo adora, lo prega
e gli dice: «Salvami,
perché tu sei il mio dio!»

(il grassetto è mio).

Penso che più chiaro non si possa.
L'uomo produce con i suoi pensieri un dio e poi deposita ai suoi piedi le sue funzioni intellettive, delegandolo ad agire per sè, in questo modo autocondizionandosi.
Il furbacchione di turno, altrimenti detto sacerdote, di qualunque estrazione religiosa, intravvede in questa ricercata fantasia di sicurezza, certezza, protezione uno splendido affare, e si fa vicario di dio, suo mediatore, in grado di condannare ed assolvere...speculazione che ha dato risultati immani nei secoli e che ha arricchite le chiese d'ogni genere.
Il credente è sempre disposto a pagare per sentirsi rassicurato.
Le persone amano essere ingannate, ovvero amano sentirsi fare promesse.
Le promesse hanno un termine, una data in cui si concretizzeranno.
I politici fanno promesse di mesi o tuttalpiù di qualche anno. Puntualmente le disattendono.
Il potere religioso, consapevole dell'errore di fissare un tempo, ha posto come data un futuro lontano, preceduto dalla fine di tutto, e poi il paradiso o l'inferno, la dannazione o la beatitudine.
Ciò che non hai ora lo potrai avere allora ... aspetta e spera, abbi fede.
Hanno così tutti tempo per stendere i piedi ed attendere per in secula seculorum. Amen.

Pyccolo

Per conto mio preferirei non crescere e credere anche a Babbo Natale. In realtà non ci ho mai creduto visto che quando ero piccolo nella mia zona esisteva la Befana ma non Babbo Natale. Ma devo crescere per forza perché sono inserito in un contesto in cui é una eresia dire che non si vuole crescere. Molte volte sento dire "eh siamo ormai da tempo nel duemila e ancora non facciamo questo e quest'altro". Mi sono sempre chiesto se qualcuno ha mai fissato una tabella di marcia in cui c'è scritto che nel 2010 era previsto che si facesse una certa cosa. Se è così sono curioso di sapere anche cosa si prevede di tanto fondamentale per esempio per il 2400. Siamo così condizionati dal nostro tempo che pensiamo che l'ultimo tema al centro del dibattito sia anche l'ultima, irrinunciabile conquista della civiltà. E chi non si adegua alla svelta è irrimediabilmente indietro, molto indietro. Ma tutta questa corsa per fare cosa? A chi dobbiamo dar conto? Insomma sembra che ci sia un dio frettoloso che ci guarda e che ci dice "Uomo, ti sei inventato Dio per stare meglio, forse ci sei riuscito a caro prezzo, ma ricordati che quello che fai non è giusto, non è da vero uomo!" Io ovviamente preferisco la nostra civiltà. Ma penso anche che le civiltà del passato e del futuro siano semplicemente diverse dalla nostra. Nè più avanti, nè più indietro.

Esiste un avanti ed un indietro così come esiste una linea temporale chiamata storia.